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Channel: pinoli – La gatta col piatto che scotta
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I MIEI PENNELLI PARTICOLARI

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La scatola degli acquerelli era nel cassetto di destra della scrivania, un po’ in fondo, nascosta e protetta, come si fa con le cose a cui si tiene di più. Non era un gioco come un altro, quello. Non era una bambola da vestire o un peluche da far parlare, non era un libro da sfogliare, nè un pentolino da mettere su un fornello finto. Era un gioco vivo, qualcosa che creavo io con le mie mani, che prendeva forma davanti ai miei occhi, con un finale a sorpresa.

Ricordo ancora la prima volta in cui vidi quei cerchi, con i colori nuovi tutti in fila, che non sapevo bene come usare e mi sembravano tanti semafori che mi fissavano. Non è stato immediato capire come dosare bene l’acqua, come intingere il pennello e bagnare solo la punta, come far pressione sul foglio bianco, come non avere un tratto troppo liquido.

Più sperimentavo, più conoscevo. Più sbagliavo, più imparavo. Più facevo, più sapevo. E senza rendermene conto, con mani e vestiti spesso macchiati, apprendevo una delle lezioni di vita più importanti, grazie ad ogni foglio sbaffato, ad ogni riga di cielo storta, ad ogni goccia caduta dove non doveva, che schizzava come quando si salta dentro una pozzanghera.

Non dipingo, nè disegno da tantissimo, a parte una bozza di gatto che mi immagino da parecchio come tatuaggio (così), ma chissà se lo farò mai… Paul Valery, però, mi incoraggerebbe, perchè sosteneva che “Il pittore non deve dipingere quello che vede, ma quello che si vedrà”.

Ed è per questo che ogni primavera ri-prendo la mia tela e torno ad impugnare dei pennelli particolari, lunghi e ben pettinati. Mi servono non solo per aggiornare dettagli, intensificare le sfumature, rafforzare o proseguire i contorni già esistenti. Ma anche e soprattutto per aggiungere tutto quello che ancora non c’è, che si vedrà, appunto, che freme per avere il suo posto, che vuole arrivare a completare-arricchire-dare quel di più. Così il quadro cresce, diventa sempre più personale e man mano si muove, insieme a me. Pienamente, liberamente, creativamente.

Questi pennelli particolari, per un tipo di opera così, sono perfetti. Assicurano un tratto preciso, ben definito, con uno spessore differente. E hanno una caratteristica unica: rendono migliore non solo il disegno, ma anche il pranzo…

 

FLAN DI ASPARAGI, MENTA E PINOLI (CON COTTURA AL VAPORE)

Un mazzetto di asparagi

2 uova

Yogurt bianco o panna o latte (q.b.)

Menta fresca (a piacere)

Pinoli (a piacere)

Olio extra vergine di oliva

Sale

Fiocchi di sale al limone (facoltativo)

 

Lavate gli asparagi, togliete l’estremità più dura e cuoceteli per 7-8 minuti a vapore o in acqua bollente. Scolateli bene, tagliateli a pezzi, tenendo qualche punta da parte per la decorazione finale.

Frullateli insieme alle uova, a 1-2 cucchiai di yogurt (o latte o panna), a qualche foglia di menta e ai pinoli. Per la quantità di menta e pinoli, regolatevi secondo i vostri gusti. Unite anche un filo d’olio e un pizzico di sale.

Dividete il composto in cocotte e cuocete a vapore per circa 25 minuti. Lasciate intiepidire e decorate i flan con le punte d’asparagi avanzate, qualche fogliolina di menta e qualche pinolo. Chi vuole, può aggiungere qualche fiocco di sale sbriciolato, come ho fatto io.

*L’idea dei flan d’asparagi cotti al vapore viene dal sito di Sale&Pepe

CI RIVEDIAMO DOMENICA 23 APRILE, dato che la prossima settimana è Pasqua!

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